Cos'è:
Il Lunedì dell'Angelo, giorno dopo Pasqua, a Ballao si festeggia Santa Maria Cleofe, qui denominata Festa di Santa Maria Nuraxi. La processione religiosa ha come punto di riferimento la chiesetta campestre di Santa Maria Nuraxi, di origine bizantina, situata a circa 4 km dal centro di Ballao, sull'area della montagna confinante con il Comune di Silius.
Alla processione religiosa si accompagnano, nella festa, il pranzo comunitario e i canti e balli tradizionali. Nel "Dizionario Geografico Storico Statistico Commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna", il Casalis fornisce della festa un'ampia descrizione:
Festività di S. Maria Nuraji
La festività di S. Maria de Nuraji ha qualche cosa di singolare che merita rimarcarsi.
"Al primo sole del lunedì dopo la Pasqua di Risurrezione, giorno destinato a queste celebrità, levasi dalla parrocchiale, e nel solito modo ed ordine delle religiose supplicazioni, fra il devoto cantico delle preghiere del rosario, e i frequenti spari d'allegrezza conducesi il veneratissimo simulacro della Vergine alla sua antica sede.
Ivi assiste tutta la moltitudine alla messa solenne, dopo la quale attendesi ai balli ed ai conviti, che è una bellissima cosa a vedersi.
Errerebbe il tuo sguardo da una in altra parte, ora su d'una folla che corona una turba di giovani menanti in danza le modestissime forosette ornate di tutta la più pregevole loro ricchezza all'armonia deis launeddas; or sur un crocchio che ascolta il cantare di quei che riputati più sono per la voce, o su li due toccantisi circoli dei favoreggiatori di due improvvisatori che intorno ad un dato punto tessono in contrario senso delle ottave, o terzine con l'armonioso accompagnamento delle altre tre voci, ed in diverso tuono dei canti meditati.
Quinci ti apparirebbe sotto un albero una famiglia, intorno ad una tovagliuola bianchissima stesa sull'erbetta, altri assisi obliquamente, altri sdrajati, le donne sedute sulle gambe incrocicchiate mangiano di ciò che portarono dalle lor case nei cestini; quindi in mezzo a rare macchie di lentisco fumano le brage sotto le carni infilzate in lungo verdeggiante virgulto, intente le donne a varie faccende.
Qua si ride a piacevoli racconti; là si vede un momentaneo risentimento, o si tace e si riposa. Si cangiano i presenti, e si offrono le più svariate scene. Presso alle porte della chiesa stanno disposti molti banchi di dolcerie, liquori e commestibili. Dentro è da ammirare diverso genere di cose. Ivi gli obbligati a voto, molte donne e pochi uomini, composti religiosamente se ne restano a pregare nel digiuno, quasi tutti a piedi nudi in vesti ordinarie e a crin disciolto, o genuflessi, o seduti sulle gambe incrocicchiate con in mano i voti da appendere e i doni da offerire.
Sul vespro si dispone tutto al ritorno, e cantatosi prima intorno al cimitero il salmo De profundis con le assoluzioni e preci annesse in suffragio, come dicono i ballaesi, dei loro maggiori ivi sepolti, si procede con lo stesso ordine della mattina al paese, e vi si restituisce la sacra effigie.
Maravigliosa è la religione dei ballaesi verso la medesima, ed è tradizione, che la Beata Vergine desse non dubbio segno del suo gradimento quando i silìesi armati l'ardiron togliere da mano a questi inermi. Però che non avendo potuto portarla a malgrado degli sforzi fatti per muoverla, atterriti dal prodigio, pentiti la dovettero rendere."
Una fonte significativa, per comprendere l'evoluzione della festa nei decenni, è inoltre rappresentata dai racconti degli anziani di Ballao, che intervistati dagli allievi del corso di alfabetizzazione informatica del Comune, coordinati dal formatore Stefano Deiana, hanno ricomposto i tasselli della celebrazione della festa in onore di Santa Maria Cleofe negli anni '40 e '50:
"Il giorno di Pasqua partivano dal paese le "confraternite" sistemando la Santa nella chiesetta di Nuraxi. Per paura che venisse rubata, "is cunfradas" (coloro che avevano il compito di trasportare la Santa) e "is obreris" (coloro i quali organizzavano la festa) piantonavano il simulacro mangiando e bevendo per tutta la notte. L'indomani, giorno di Pasquetta, la processione partiva dalla chiesa parrocchiale per dare il rientro in paese alla Santa.
Una volta in cima alla montagna nella chiesetta di Nuraxi si ascoltava la Santa Messa dando inizio ai festeggiamenti.Non mancavano i tradizionali balli sardi, accompagnati dal suono della fisarmonica e delle launeddas (strumento realizzato da canne). Intanto a gruppi ci si sistemava all'ombra di grandi alberi per dare inizio ad un bel pranzo. Alla sera la processione faceva rientro in paese innalzando il canto in lingua sarda dell'Ave o Maria.
Vi è una leggenda, la quale narra che in tempi molto lontani, alcuni abitanti di Silius tentarono di appropriarsi della Santa, sistemandola su un carro trainato da buoi. Arrivati sul confine, a S'Arcu De Santu Domianu, i buoi si fermarono rifiutandosi di proseguire. I ladri atterriti dal prodigio rinunciarono all'impresa, lasciando così il simulacro che ancora oggi è dei Ballaesi."
Il testo è reperibile al sito internet:
Progetto Sardegna 2000